IPOGEA

La rivista del Gruppo Speleologico Faentino

Presentazione Ipogea 2021 - 8 gennaio 2022 ore 21:00

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Rivista del Gruppo Speleologico Faentino

IPOGEA’21.
Presentazione del numero 2021 della rivista del Gruppo Speleologico Faentino

Il Gruppo Speleologico Faentino fin dal 1973 realizza in forma stampata la rivista IPOGEA. Numeri unici che riportano diversi articoli sull’attività speleologica e naturalistica svolta negli anni sia sulla Vena del Gesso romagnola sia in altre aree carsiche italiane o estere. Complessivamente sono 9 i numeri fino ad ora stampati e distribuiti con periodicità irregolare.

In questo decimo numero della serie, attraverso 22 articoli e 140 pagine, sono trattati argomenti apparentemente diversi tra loro ma che nell’insieme raccontano le attività del Gruppo Speleologico Faentino e la sua storia non solo recente.

Dal ritrovamento del diario inedito scritto nel 1966 da Oscar Lusa sul recupero effettuato nel 1965 alla Grotta Guglielmo, che Lusa ha conservato fino ad oggi, alle attività e i risultati esplorativi sulla Vena del Gesso ed in particolare all’Abisso Bentini.

Dalle attività di formazione con i corsi di speleologia che la Scuola di Faenza ha proposto anche recentemente all’attività di salvaguardia ambientale che negli ultimi tempi è dedicata al delicatissimo e importante tema della Cava di Monte Tondo.

Viene riassunta con diversi articoli la lunga attività di ricerca ed esplorazione in Albania dove sono state organizzate più di venti spedizioni dal 1995 ad oggi, su diversi distretti e in collaborazione con diversi gruppi speleologici, che ha portato notevoli risultati e il riconoscimento particolare del Prof. Perikli Qiriazi.

Non mancano i ricordi Luciano Bentini con il decimo anniversario della scomparsa e l’intitolazione della sala conferenze del Museo Civico da parte del Comune di Faenza, di Andrea Caneda, esploratore particolarmente attivo negli anni ’70 e dello speleologo e amico Emanuele Piancastelli recentemente scomparsi.

IPOGEA ’21 è stampata in un numero limitato di copie per ridurre l’utilizzo di carta. Al tempo stesso viene resa disponibile in formato PDF per la più ampia diffusione.

IPOGEA 2016

IPOGEA 2016

IPOGEA 1994-1999

IPOGEA 1994-1999

IPOGEA 1988--1993

IPOGEA 1988-1993

IPOGEA 1986-1987

IPOGEA 1986-1987

IPOGEA 1981-1985

IPOGEA 1981-1985

IPOGEA 1978-1980

IPOGEA 1978-1980

IPOGEA 1977

IPOGEA 1977

IPOGEA 1974-1975

IPOGEA 1974-1975

IPOGEA 1973

Ipogea 1973

Cristalli 2018

Anche nel 2018 il Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola è riuscito a pubblicare un nuovo numero della rivista Cristalli.

Buona lettura.

Cristalli 2018 (PDF)

Un altro sopralluogo dei faentini in Albania, nella provincia di Elbassan

Un altro sopralluogo dei faentini in Albania, nella provincia di Elbassan

Un altro sopralluogo dei faentini in Albania, nella provincia di Elbassan.

1-6 febbraio 2019

Obiettivo: indagare i gessi triassici nei pressi di Dumbre.

Raggiunto il villaggio di Dragot è stata perlustrata l’area del Monte del Prete dove sono stati individuati numerosi inghiottitoi e doline e dove è stata esplorata la prima cavità dei gessi triassici.

Poi di nuovo nella gola di Holta presso il villaggio di Kabash per preparare la spedizione di aprile.

Durante la permanenza sono state scoperte alcune grotte minori con nuove suggestive sorprese!

Hanno partecipato alla spedizione i seguenti soci del Gruppo Speleologico Faentino:

Etmond Cauli, Alessandro Pirazzini, Mauro Fognani e Ivano Fabbri.

Shpella Kabashit 2018

Shpella Kabashit 2018

Shpella Kabashit 2018

Circa un anno fa, il 22 gennaio 2018, è iniziata una nuova storia speleologica in terra albanese.

Obiettivo del viaggio è stato quello di indagare un’area carsica nel distretto di Gramsh, nella prefettura di Elbassan. La zona da noi scelta è passata del tutto inosservata per tutti questi anni per via della sua superficie molto limitata (circa 20 km2 ). Il territorio è caratterizzato da due blocchi di calcare separati dal fiume Holtas, che ha scavato una profonda gola creando un Canyon che separa i due villaggi di Kabash e di Tervol. Il campo base è stato installato presso il bar di Nardi, nel villaggio di Kabash.

Il 24 gennaio abbiamo raggiunto la grotta più famosa della zona, la Shpella Kabashit, conosciuta da tempo dai pastori del luogo che in diverse occasioni sono disponibili ad organizzare escursioni speleologiche per eventuali turisti in transito. La nostra ricognizione è andata oltre la più ottimistica aspettativa; grotta con grandi ambienti, frequentata in varie epoche a partire dall’Età del Ferro, speleotemi splendidi e temperatura gradevole di circa 20C°. La sorpresa più significativa è stata nell’apprendere che la cavità era completamente sconosciuta al mondo speleologico e mai rilevata. Il rilievo da noi eseguito ha dato uno sviluppo di oltre 700 metri con un dislivello di 48 metri, + 11 – 36. Nei giorni successivi, grazie all’aiuto di Etmond (Mundi) siamo riusciti ad intervistare un pastore della zona che ci ha indicato l’ingresso di altre due grotte: La Shpella Avulìt (grotta del soffio), e la Shpella Sgardamene, grotta archeologica, nella quale abbiamo rinvenuto la presenza di antiche ceramiche e un deposito di resti di orso delle caverne (Ursus Spelaeus). Lo sviluppo della cavità è di oltre 150 metri.

Hanno partecipato alla spedizione: Etmond Cauli, Katia Poletti, Biagio, Giovanni Magnani, Luigi Liverani, Lorenzo Brandolini, Ivano Fabbri del Gruppo Speleologico Faentino, Renato Placuzzi, Sara Fattori e Fabio Canghiari del Gruppo Speleologico CAI Ariminium, e con la gradita partecipazione dell’amico Michele Sivelli e Lidia De Vido.

Notizie dall'Abisso Luciano Bentini

Nuovo progetto esplorativo per l’Abisso “Luciano Bentini”

Dopo diversi anni di attività episodiche, il Gruppo Speleologico Faentino (GSFa) e il Gruppo Speleologico Paletnologico Gaetano Chierici di Reggio Emilia (GSPGC) hanno creato un progetto collettivo di ricerca esplorativa per lo studio e la documentazione dell’Abisso Luciano Bentini, già F10.
 
Nel progetto, denominato “Collettivo F10”, alcuni speleologi si stanno impegnando da qualche tempo con una serie di uscite sia a carattere esplorativo sia a carattere documentativo e di studio rivolte verso questa grotta che presenta diverse peculiarità per i gessi dell’Emilia-Romagna.
 
La grotta, situata nella Vena del Gesso Romagnola presso Sella di Ca’ Faggia a circa 400 m slm, fa parte di un sistema carsico tra i più profondi al mondo nei gessi messiniani. Collegato al sistema Rio Stella-Rio Basino è da sempre considerata il mostro sacro delle grotte dell’Emilia-Romagna. Scoperta all’inizio degli anni ’90 dal GSFa, che ha trainato una prima campagna esplorativa intergruppi portando ad un primo rilievo di circa 2 km di sviluppo e più di 200 metri di dislivello, resta poco frequentata fino alla fine degli anni ‘90, quando le esplorazioni sono riprese con carattere episodico. A causa della sua estrema tecnicità e di diversi passaggi piuttosto critici e selettivi le esplorazioni al suo interno hanno sempre proceduto a rilento. Dal 2012 però, l’attività speleologica è ripresa con vigore grazie alla scoperta di un nuovo e importante ramo: il Ramo Martina. Da allora sono riprese le uscite esplorative da parte di un gruppo misto di speleologi della regione che a oggi hanno deciso di creare questo nuovo collettivo per poter portare avanti i tanti cantieri ancora aperti all’interno della grotta. Sono infatti almeno tre le zone in cui l’esplorazione può portare ancora risultati importanti. La prima è la zona trovata recentemente, il Ramo Martina,che dopo oltre 100 m di risalite, si trova ora a pochi metri dal fondo dell’adiacente Grotta a Nord di Ca’ Monti. La seconda zona esplorativa è nei rami della Sala del The, dove immensi meandri fossili attendono di essere illuminati dalle luci degli speleologi. L’altra zona esplorativa è quella del fondo, in cui le possibilità di prosecuzione sono davvero tante, ma la difficoltà della progressione per arrivare a queste zone limita ancora molto le uscite. A tale proposito è in corso di organizzazione la preparazione di un eventuale campo interno da parte degli speleologi del Collettivo F10 che permetterebbe una più lunga e sicura permanenza in grotta.
 
Il progetto nasce da una consolidata tradizione di collaborazione tra speleologi in Emilia-Romagna, sia nell’ambito associativo che in modo trasversale, allo scopo di unire forze, risorse e competenze per lo studio e le esplorazioni e la documentazione speleologica. Sin dagli anni ’70 nella partecipazione alle esplorazioni dei “grandi abissi” quali la "Spluga della Preta" fino ai progetti più strutturati quali il recente progetto “Rio Stella- Rio Basino”, si sono ottenuti risultati di grande rilevanza per la speleologia italiana. Il progetto “Collettivo F10”, vede già la partecipazione di diversi speleologi ed è naturalmente aperto e desideroso di accogliere interessati ad ampliare la loro esperienza in ambienti inconsueti, come quelli della Vena del Gesso Romagnola, e provare l’emozione di esplorare questa splendida grotta.

Ultime notizie dall'Albania

Album fotografici delle ultime spedizioni di Albania, in collaborazione con il Gruppo Speleologico Martinese e Gruppo Speleologico Ariminum.

I NOSTRI PARTNER

Scuola di Speleologia

Il Gruppo Speleologico Faentino, con la sua Scuola di Speleologia, organizza periodicamente un corso di Intropduzione alla Speleologia a tutti, omologato come corso di I° livello riconosciuto dalla Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della Società Speleologia Italiana.
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