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Giovanni Bertini Mornig
STORIA G.S.FA. |
Di speleo, Pubblicato il 11/5/2006 (1997 Letture) |
STORIA G.S.FA.
Le prime ricerche speleologiche vere e
proprie nella "Vena del Gesso" romagnola (VdG) furono effettuate
dal triestino Giovanni Bertini Mornig (Vedi foto), figura
romantica di speleologo, che praticamente da solo, con mezzi
inadeguati anche per quell'epoca, scoperse, esplorò e
catastò un notevole numero di cavità naturali, a
cominciare dal 1933 e fino al 1935, anno in cui partì
volontario per l'Africa Orientale.
La nascita dei gruppi speleologici faentini
Fu solo negli anni '50 che la speleologia
iniziò ad interessare i faentini ed infatti nel 1956
sorsero, nel giro di pochi mesi, all'insaputa l'uno dell'altro,
due gruppi speleologici: il "Vampiro"(Vedi foto) ed il
"Città di Faenza". Il primo formato in massima parte da
giovani entusiasti, assetati d'avventure(Vedi foto), il
secondo da non più giovani che cercavano un'evasione alla
monotonia della vita d'ufficio e di lavoro. Ben presto i due
gruppi, in leale e cavalleresca contesa, localizzarono ed
esplorarono un ingente numero di cavità naturali che si
aprono nella "V.d.G".
Esaurita l'iniziale fase esclusivamente sportiva della ricerca,
avvenne una graduale trasformazione dando sempre maggior rilievo
ai lavori ed agli studi di carattere scientifico; nel frattempo
venivano allacciati amichevoli contatti con i gruppi grotte della
regione, permettendo di affinare, con l'esperienza, gli strumenti
e le tecniche per l'esplorazione ipogea. Dopo qualche anno di
"gavetta" dedicato a ricerche ed esplorazioni nella locale
"V.d.G.", i due gruppi faentini iniziano a spostare il loro
raggio d'azione in campo nazionale.